Sconfinare. Tra Arte e Scienza

Caro Giotto, l’attualità e la potenza del tuo lavoro figurativo continuano a parlare a noi cittadini di questo tempo e al nostro sguardo talvolta troppo disincantato. Noi: quelli a cui Antoine de Saint-Exupery ha ricordato che “l’essenziale è invisibile agli occhi” attraverso il suo piccolo principe. Noi che ci chiediamo quale sia il senso dello stare al mondo e che siamo cercatori di bellezza, guidati dalle domande del piccolo principe e dal suo curiosare e girovagare. Noi che vogliamo spingerci oltre il visibile, oltre il confine del già detto e del già conosciuto, interrogarci con Lucrezio sulla natura delle cose. Noi ‘poeti’ o costruttori di storie e di ‘mondi’ che, come i fisici e gli altri ‘scienziati’, proviamo l’ebbrezza dell’ignoto e tracciamo nuove traiettorie e altre mappe per percorrere quei territori che chiamiamo Scienza e conoscenza, e di cui riconosciamo la matrice ‘artistica’ che guida nella Ricerca (di scienza e conoscenza). Arte e Scienza mosse dalla Ricerca, dal dubbio e dall’inquietudine che si provano verso l’inafferrabile grandezza del cosmo e la sempre misteriosa natura della materia che lo compone e di cui siamo fatto noi stessi.

Così, Giotto, come da te mirabilmente ‘detto’, mi ripeto che Arte e Scienza sono parte di un unico territorio in continua mutazione che è l’umano conoscere. Un territorio in movimento, così come emerge anche nel film documentario ‘Il senso della bellezza. Arte e Scienza al Cern’ di Valerio Jalongo che ricorda sin dal manifesto che l’essenziale è invisibile agli occhi e racconta della ricerca e dei ricercatori del CERN di Ginevra, riflettendo e scrivendo che “l’infinitamente piccolo e la vastità dell’universo schiudono le porte di un territorio invisibile, dove gli scienziati sono guidati da qualcosa che li accomuna agli artisti. Tra scienziati che hanno perso l’immagine della Natura, e artisti che hanno smarrito la tradizionale idea di bellezza, attraverso macchinari che assomigliano a opere d’arte e istallazioni artistiche che assomigliano ad esperimenti, emerge un ritratto di attività scientifiche e artistiche come indagine, come immaginazione, come autentico esercizio di libertà”.

foto_pierpaolo festa

E a proposito di grandi istituzioni di ricerca, mi è venuto in mente del progetto di ricerca oneZone_Imast educational Lab che il consorzio IMAST, distretto tecnologico che fa ricerca nell’ambito dei polimeri e dei materiali compositi, ha realizzato con la mia direzione scientifica per comunicare e fare scienza – in questo caso le scienze e l’ingegneria dei materiali – utilizzando il nesso tra Arte & Scienza. Gli artefatti cognitivi prodotti nei laboratori di Arte e Scienze in due Licei napoletani e la metodologia condivisa e utilizzata dall’equipe da me coordinata e fatta di fisici, ingegneri, artisti digitali, dice quanto sia necessario fare ricerca fuori dai confini disciplinari riconnettendo il visibile all’invisibile, l’immaginazione con l’azione e le tecniche, unendo il sapere e il fare di uno a quello di tanti e differenti ‘geni’.

La ricchezza e il valore di una realtà come IMAST, o delle istituzioni di ricerca di dimensione europea e internazionale come il CERN, l’ESA, caro Giotto, mi sembrano tutte da ricondurre al gesto e alle ‘tracce’ che l’Uomo ha prodotto nel tempo nel tentativo di fare del mondo il proprio mondo-di-vita e del Kaos un Kosmos ordinato nel quale sentirsi a casa. Come Samantha Cristoforetti quando naviga lo spazio galattico oltrepassando i confini terrestri per tracciare e mostrare geografie ultraterrene, o come gli uomini che sedicimila anni fa abitavano la grotta che oggi denominiamo di Altamira, nel Nord della Spagna, intenti a sperimentare forme di scrittura – duratura nel tempo – che aprono lo sguardo su altri sguardi e nel perdurante intento cosmologico sospeso tra arte e scienza, ci fanno dire con Carmela Covino che “l’uomo paleolitico plasmava i suoi ricordi e le sue visioni’. “Plasmare ricordi e visioni” continua ad essere l’attività specie-specifica dell’Uomo che sposta di continuo i propri confini e dominii e dà forma a qualcosa che a volte chiamiamo Arte ed altre volte chiamiamo Scienza o Industria. Ricordi e visioni che prendono forma mentre, come Lucrezio, continuiamo a interrogarci sulla natura delle cose.

altamira

Dettagli delle pitture parietali del Paleolitico nella grotta di Altamira

 

disegni di Pablo Picasso

disegni di Pablo Picasso